Nascita e avvento del fascismo by Angelo Tasca

Nascita e avvento del fascismo by Angelo Tasca

autore:Angelo Tasca [Tasca Angelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2021-11-13T23:00:00+00:00


Essi sono costretti ad allontanarsi da Casale per non essere imprigionati. Continuano però nella loro splendida attività fascista e squadrista. Giovanni Passerone partecipa a diversi conflitti con i sovversivi a Torino, Ivrea, Biella, Santhià, pur mantenendosi in contatto con le Camicie nere del Monferrato. Natale Cerutti si reca a Sampierdarena (Genova) per organizzare la riscossa fascista e, scoppiato lo sciopero di agosto, chiamerà le squadre casalesi in Liguria e ne dirigerà le operazioni.

Ben diversa è la situazione dei socialisti, degli organizzatori banditi dai loro paesi. In genere cominciano col rifugiarsi nel capoluogo delle rispettive province, dal momento che la città offre, malgrado tutto, maggiori possibilità di nascondersi e la persecuzione è meno facile. Ma se la città è anch’essa “occupata” dai fascisti, bisogna andare più lontano. Il cerchio dei rifugi possibili, le “oasi” di tranquillità relativa si riducono sempre più. Si può vivere ancora a Roma, a Milano, a Torino, a Genova. Vivere? La maggior parte di questi proscritti non ha nessun mezzo di sussistenza. I primi arrivati hanno trovato qualche volta, all’inizio, un po’ di lavoro nelle cooperative operaie; alcuni sono aiutati dalla famiglia o dai compagni del paese che si tassano segretamente per mandare loro del denaro. Un po’ dappertutto si organizzano collette; i lavoratori danno con una generosità senza limiti, poiché il sentimento di solidarietà è fra loro assai profondo. Ma le ondate successive che continuamente sopraggiungono rendono le somme raccolte sempre più insufficienti, e queste persone strappate alla famiglia e alle loro occupazioni trascinano, come dei rottami, un’esistenza senza risorse e, ciò che è peggio, vuota di senso. Il fascista che cambia città trova un terreno nuovo e più libero per le sue scorribande; il socialista diviene un isolato, un déraciné, è perduto per il movimento, anche se le sue energie non sono infrante. La diaspora fascista aiuta la diffusione dell’azione, la socialista la restringe e la indebolisce.

I fascisti possono permettersi tutto, anche perseguitare e condannare all’ostracismo i funzionari che non si mettono al loro servizio o che resistono ai loro ordini. Il capitano Jurgens che, con una decina di uomini, aveva resistito a cinquecento fascisti sulla piazza della stazione di Sarzana, è braccato di città in città, come un “bolscevico” qualunque. Alla Spezia, è riconosciuto e inseguito per strada: deve abbandonare la città in tutta fretta per sottrarsi ai suoi aggressori. Il 17 febbraio 1922, a Prato, si svolge una dimostrazione fascista. La forza pubblica sbarra le strade e impedisce al corteo di sfilare. «Il giorno seguente – racconta Chiurco – il fascio ordina che tutte le officine, stabilimenti ecc. restino chiusi fino a che venga allontanato il funzionario antifascista suddetto, che comandava la forza pubblica»6. Una delegazione si reca dal prefetto, il quale accorda tutto ciò che gli viene richiesto: l’allontanamento del commissario, il permesso di organizzare una grande riunione, la punizione delle guardie regie “colpevoli”. «La serrata degli stabilimenti industriali avendo raggiunto il suo scopo, viene fatta cessare». In aprile, Balbo organizza l’occupazione di Ferrara per ottenere la concessione di lavori pubblici. Una massa di 45.



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